Rubrica Salute e Benessere: Vivere serenamente la quotidianità: perché non ci riesco. Due trucchetti utili.

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Sentirsi in preda all’ansia, alla rabbia oppure in uno stato di spegnimento generale nei
confronti del mondo, di una persona o di una situazione e avvertire la difficoltà a superare
quel momento, che magari si trascina per giorni offuscando o ingoiando tutto il resto, è tipico di chi ha difficoltà a regolare le proprie emozioni ripristinando uno stato di calma.
Uno dei motivi per cui in psicologia si fa molta attenzione al legame con i genitori o chi per
loro cresce la persona, è perché è nel contesto di accudimento nelle prime fasi della vita che si impara in qualche modo a regolare il proprio stato emotivo e questa capacità dipende dalle abilità acquisite a sua volta dal genitore e così via nelle varie generazioni.
Un adulto che non abbia appreso questo, lascerà sprovvisto di un’importante risorsa il proprio bambino, che attiverà dei meccanismi compensativi per far fronte ai propri stati interni, meccanismi che possono andare dall’iperattivazione e l’allarme generale verso ciò che accade, al distaccamento totale e/o la passività generalizzata.
In entrambi i casi si tratta di una condizione in cui l’individuo rimane “preda” di ciò che gli
accade, perdendo il proprio spazio decisionale e la funzione di problem solving nel rispetto di se stesso e dell’altro da Sé.
Apprendere come regolare i propri stati interni, invece, significa non solo rimanere coscienti
a se stessi in ogni situazione della propria vita, ma anche riuscire a rendere tollerabile una
sensazione emotiva di qualsiasi tipo, nonostante le condizioni estremamente angoscianti o
dolorose, prendendo decisioni fluide, capaci di considerare le necessità proprie e altrui nel
rispetto delle varie responsabilità.
Ma se questo apprendimento non avviene da bambini, è possibile recuperare questa capacità da adulti?
FB IMG 1695688020443.jpgAssolutamente sì, ma è possibile solo all’interno di relazioni in cui farne esperienza, come ad esempio una relazione terapeutica. Ci sono però degli accorgimenti che è possibile sperimentare in autonomia per migliorare la propria condizione. Innanzitutto è necessario specificare che regolare le emozioni non significa essere sempre calmi, né distaccarsi dalla propria emotività inibendola. Significa, invece, rimanere connessi a se stessi, comprendendo cosa si stia provando momento per momento e riuscendo a mantenere quel vissuto all’interno del proprio range di tolleranza, una zona confortevole in cui è possibile per noi stessi sopportare quella sensazione, riuscendo a rimanere lucidi e presenti verso noi stessi e ciò che ci circonda. Sulla base di questa consapevolezza, vediamo ora cosa si può fare in autonomia per iniziare questo processo regolativo:
1. Primo step è fermarsi, ascoltare il proprio corpo e chiedersi come si sta.
Creare connessione significa prendere atto di come si sta in un dato momento. E’ possibile
ritagliarsi nell’arco della giornata dei momenti in cui stare con se stessi e chiedersi cosa si sta vivendo in un dato momento a partire dalle proprie sensazioni corporee per poi raggiungere emotività e pensiero. Questo permette di iniziare ad evidenziare e dare valore al proprio interno, passaggio fondamentale per autoregolarsi.
2. Secondo step è utilizzare dei regolatori emotivi di qualità, in grado di fornire sollievo
sul lungo tempo.
I regolatori emotivi sono delle azioni che svolgono un effetto calmante sulla vita emotiva di
un individuo. Esistono regolatori emotivi definibili “di sopravvivenza” (come fumo, alcool,
cibo o dipendenza da smartphone) che vanno utilizzati con cautela, perché forniscono un
sollievo immediato ma di breve durata, innescando così un meccanismo di dipendenza. Per
imparare a regolare la propria emotività è importante, invece, individuare dei regolatori
emotivi che apportino maggiore nutrimento alla propria vita interiore e che siano spendibili
sul lungo tempo senza produrre costi eccessivi per la propria salute mentale e fisica. Questi
hanno una connotazione strettamente personale, perciò variano di persona in persona e vanno sperimentati nel tempo. Regolatori di questo tipo possono essere una passeggiata, la scrittura, il disegno, una chiamata ad una persona fidata, una buona canzone, un film, una tisana calda o fredda, una doccia calda o fredda, la percezione del sole sulla pelle. I regolatori emotivi nutrienti per la propria salute mentale possono essere infiniti e possono aiutare ad affrontare alcune problematiche della quotidianità, offrendo un maggiore stato di calma e aumentando la percezione di sicurezza interna. Sperimentatevi e abbiate cura delle vostre emozioni.

Dott.ssa Simona Delli Santi, psicologa clinica e della salute
presso “Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico”
infanzia, adolescenza, età adulta.
www.unastanzaservizi.com